Semplice: ricostruire un equo “contratto sociale” per ripristinare il PATTO SOCIALE.

E questo si puo’ fare solo ed esclusivamente se si riesce a responsabilizzare la classe politica/dirigente e tutto l’apparato pubblico.

Il deprimente spettacolo che la classe dirigente sta mettendo in scena da ormai 4/5 decenni, visti i pessimi risultati, non ha nulla a che fare con il vero significato di “politica” e gli ultimi arrivati si sono forse dimostrati peggio di quelli che li hanno preceduti. In poche settimane hanno subito una modificazione genetica che li ha trasformati in “pupazzi di carne” che si atteggiano e ripetono gli stessi identici antiquati slogan di quelli che c’erano prima (e che ovviamente sono sempre li a far finta di fare l’opposizione)…………i vecchi proverbi ci azzeccano sempre: cambia l’orchestra, ma la musica è sempre la stessa……..

Assistiamo tutti i giorni a un irritante e frustrante teatrino nel quale gentaglia che ha sempre e solo dato cattivo esempio, ci propina sermoni infarciti di “buoni consigli”; una casta che è causa del male, ci vuole vendere l’antidoto per sconfiggerlo; uno show mediatico che letteralmente fa mercimonio delle nostre disgrazie e schieramenti politici che propongono miriadi di soluzioni basate esclusivamente su proclami e supposte buone intenzioni.

Non è questione di “stanziamenti/manovre” per far lavorare il comparto pubblico, cosi come non è questione di “persone” e/o “partiti politici” per fare e un buona politica; è esclusivamente questione di “REGOLE”: quelle che sono previste dalla nostra CARTA COSTITUZIONALE.

COSTITUZIONE che invece é stata umiliata, rinnegata, calpestata, offesa, infangata e vilipesa dagli ultimi 40/45 (mal)governi.
Tra l’altro, una delle cose più “bizzarre e divertenti”, è che questo argomento è oggetto di continuo dibattito a livello politico, di attenzione da parte dei partiti di ogni foggia e colore, delle istituzioni e degli organi di informazione e da decenni viene utilizzato come pretesto per “fingere” di studiare come risolvere il problema.

Solo ritornando ad applicare i dettami della nostra COSTITUZIONE è possibile sperare di ricostruire il PATTO SOCIALE che è alla base di un Paese SERIO, CIVILE, MODERNO, EQUO e DEMOCRATICO.
Solo cosi la “politica” potrà ritornare ad assumere il suo ruolo originario, istituzionale e fondamentale di AMMINISTRAZIONE DELLA POLIS e riacquistare dignità agli occhi della pubblica opinione (che oggi in generale nutre più che altro un sentimento di “disprezzo a prescindere dal colore”)
Solo cosi si potrà colmare il sempre più profondo solco esistente tra “chi ha privilegi”  e chi non ne ha; sconfiggere l’imperante nepotismo, creare eguaglianza tra comparto privato e apparato pubblico nel quale è indispensabile introdurre i quasi sconosciuti concetti di:
- DOVERE
- MERITO
- RESPONSABILITA’
- PRODUTTIVITA’

Stessi Diritti e Doveri: applicare anche nel pubblico la regola “chi sbaglia paga” (come succede per il settore privato e i normali cittadini).
Ripristinare nel suo originario significato il concetto di “pubblica utilità”, ormai relegato all’infimo ruolo di “bollettini meteo e del traffico”; riavvicinare la politica e l’apparato pubblico a livello dei cittadini (e viceversa); ristabilire un clima di fiducia e rispetto reciproco tra cittadini e istituzioni e non più un potere che offende le cui azioni sono ispirate quasi esclusivamente da sentimenti di protervia e ignavia e sempre basate sul paradigma “forte coi deboli, debole coi forti”; chiunque lavori per lo Stato, a partire dal Presidente della Repubblica, passando per i Parlamentari, funzionari, fino ad arrivare all'ultimo usciere, e chiunque indossi una divisa, che sia fisica o morale, deve sempre ricordarsi che è a servizio del cittadino……….che tra l'altro gli "paga lo stipendio".

........e soprattutto, sempre ricordarsi che sono loro al nostro servizio.......e non il contrario!

In questo grande circo mediatico, assistiamo continuamente ad un turn-over di simboli, sigle, slogan, proclami, mentre gli attori sono quasi sempre gli stessi; un’infinità di decreti, leggi, emendamenti di cui una grande maggioranza, al lato pratico, non ha fatto altro che inquinare il clima sociale e la civile convivenza.

Non è più tempo di trincerarsi e nascondersi dietro alla retorica di un “politically correct” e schiavi di un ottimismo ad oltranza che ha già fatto molti danni; è indispensabili essere chiari, diretti, concisi e dire le cose con realismo; è impensabile risolvere i problemi che tutti conosciamo e che si trascinano da quasi sempre, solo con proclami e buone intenzioni.


 

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